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La Chiesetta di San Nicolò
Presso il cimitero di Arten
La Chiesetta di San Nicolò era nata come un capitello di preghiera, lungo la strada romana Paolina, strada allora principale, che univa il Feltrino al Primiero.
Di questa strada, ne era, assieme alla Chiesetta di Santa Giustina, (strada Pedesalto-Faller) un punto di riferimento per i viandanti.
L’intera valle, era parte integrante dell’ impero del Re Berengario, che donò ai vescovi di Padova la valle del Brenta e i terreni montani, nei quali veniva compreso il capitello di San Nicolò ed i terreni circostanti, assieme ad altre Chiese e Monasteri.
Secondo le fonti storiche, tale cessione derivò dal fatto che il re Berengario, preoccupato di creare alle spalle della pianura veneta una solida difesa contro le invasioni dal nord e non fidandosi dell’aiuto che poteva venire da Feltre , diede in feudo al potente e fedele vescovo di Padova, lo sbocco della valle del Cismon e il canale di Quero.
Da quella data alla giuristizione politica si sovrappose quella ecclesiastica con i confini della diocesi di Padova ancora attuali.
Il Capitello fu affidato a dei frati, che si limitavano a servizi religiosi sussidiari e che utilizzavano anche un attiguo fabbricato come stalla e fienile e dormitorio (fabbricato attiguo al cimitero).
Fu abbellito con un portico, sotto il quale i viandanti potevano rifocillarsi con qualche buona vivanda offerta dai frati stessi, frutto del loro raccolto nei terreni circostanti.
Il capitello fu ampliato e destinato a monasteriolo e punto di controllo delle forze laiche della diocesi padovana. In quel periodo fu dotato di torretta campanaria .
Le notizie riportate configurano l’esistenza del Capitello ancora prima del anno settecento.