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Ndar a ciamar Marzh

andare a chiamare Marzo

Andare a chiamare Marzo è una tradizione comune a tutti i paesi appartenenti al regno della Serenissima, dovuto all'uso del più antico calendario romano, adoperato ufficialmente nel territorio della Repubblica di Venezia sino al 1797.

Il capodanno veneto era infatti fissato al 1 marzo ed era quindi una festività ufficiale della Serenissima Repubblica. L'uso di fissare l'inizio dell'anno in corrispondenza dell'inizio della primavera e del risveglio naturale della vita era pratica arcaica molto diffusa e riscontrabile anche in altri calendari, come nel caso del capodanno cinese.

La tradizione del capodanno veneto tuttora sopravvive nelle tradizioni di alcune zone della pedemontana berica, dell'altopiano di Asiago, dell'alto veneto e in varie feste locali del Trevigiano e del Padovano, che la ricordano con l'usanza del Bruza Marzo (o Bati Marzo o ciamar Marzo), con il significato di risvegliare l'anno nuovo.

Ad Arten è tradizione festeggiare questa festività girando per le vie del paese battendo su pentole e coperchi o trascinando lattine vuote, catene e mestolame vario facendo più rumore possibile così da scacciare Febbraio e chiamare il nuovo mese.

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Il Sanguanél

E' la storia di un gnomo o folletto, tutto vestito di rosso, con un campanello sul berretto, che si aggira bonario per i boschi, ma vivace e malizioso. Chi per caso, uomo o bestia, camminando metta i propri piedi sulle orme lasciate dal - sanguanél - per maleficio si sente costretto a camminare ininterrottamente seguendo le peste, fino alla spossatezza, sperdendosi fra i boschi; e difficilmente farà ritorno sano a casa. Se per caso si tratta di una femmina, questa potrebbe poi partorire un mostro.


Tratto da FONZASO - Angelo Vigna