Il Castello
I Ritrovamenti
Fin dai tempi dei romani le rovine del castello hanno sempre regalato, a chi sapesse cercare, reperti storici che raccontassero la storia della rocca. Così furono rinvenute frammenti di maglie, lame arrugginite, elmi spezzati, iscrizioni, pietre sepolcrali e un buon numero di monete. Di queste molte furono acquistate dal Conte Iacopo Dei ed andarono ad accrescere la sua collezione. Il Conte Francesco Tauro acquistò una spada con l'elsa che poteva essere ammirata fino al 1848 nella stanza delle Sibille, nella villa delle Centenere.
I ritrovamenti più importanti, però, furono fatti il 20 Gennaio 1875, quando il Sig. Cav. Luigi Buzzati di Fonzaso scoprì, tra le rovine del Castello di Arten, due bacini e una coppa appartenenti al re Vandalo Geilamiro.
Il primo bacino è di forma circolare, costituito da fine argento con un diametro di 49 centimetri e alto circa 5, che appoggia su una base cilindrica. Nel centro del bacino vi è un cerchio a grafito del diametro di circa 22 centimetri suddiviso al suo interno da 28 raggi. Tra i due cerchi è presente, in carattere minuscolo gotico, l'iscrizione seguente:
"Gelaimir Vandalorum et Alanorum Rex".
Il secondo bacino, anch'esso di fine argento, del diametro di 28 centimetri e mezzo, contiene al suo interno un rilievo che rappresenta unallegoria nuziale. Da un lato vi è un uomo quasi nudo che tiene una mano appoggiata al fianco e con laltra stringe unasta. La donna sta sul lato opposto, vicino ad un altare, indossa una veste con alcuni fregi e porge alluomo un giglio. Tra i due vi è un bambino che sembra voler presentare la sposa allo sposo, mentre nella parte inferiore, per chiudere la magnifica rappresentazione, vi sono due colombe che bevono da una coppa, segno dellunione che si sta per celebrare.
Tratto da "I Castelli Feltrini" di Antonio Vecellio - 1896