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Corriere delle Alpi

Il Tar dice sì al centro islamico di Arten

Accolto il ricorso presentato dalla proprietà dell’edificio: la sala di preghiera rientra nelle strutture “direzionali”.

Il Tar di Venezia riapre la partita della moschea ad Arten, o centro islamico che dir si voglia, accogliendo il ricorso presentato dalla Samaria costruzioni (che ha la proprietà dell'edificio) contro il diniego del Comune. È successo tutto nel giro di meno di un mese, da quando – ai primi di maggio – il ricorso è stato presentato al Tribunale amministrativo regionale a quando è stato accolto, circa tre settimane dopo.

L'Ufficio tecnico del Comune di Fonzaso aveva rigettato il progetto di un centro di aggregazione islamico che l'associazione “Un passo verso la speranza” vorrebbe insediare nello stabile in vendita nella piana di Arten a ridosso degli impianti sportivi. Un'opposizione sancita a suo tempo in consiglio comunale (guidato dall’allora sindaco Furlin) con il voto contrario motivato dal fatto che l'immobile oggetto dell'interesse si trova in zona D2, cioè a destinazione commerciale e artigianale di servizi, mentre gli edifici di culto vanno in zona F.

In pratica, una moschea, o sala di preghiera, non fa parte dello sviluppo del Piano regolatore per quell'area. Ma è scattato il ricorso, che è stato discusso in tempi record e il 22 maggio è stata depositata la sentenza con cui il Tar lo ha accolto, basandosi sul presupposto che non è possibile condividere le argomentazioni «laddove si sostiene come il Comune abbia inteso valutare la costruzione nel suo complesso, in quanto diretta a realizzare un centro islamico e una moschea».

In buona sostanza, l'utilizzo prospettato dai ricorrenti in quanto alla realizzazione di sale riunioni da utilizzare per convegni e preghiere può rientrare secondo il Tribunale nella destinazione direzionale ammessa nell'area, facendo intendere che in questa fase non è possibile affermare la sussistenza di una volontà di realizzare un polo di culto islamico, con una sorta di processo preventivo alle intenzioni.

La partita, in un senso e nell'altro, si gioca sul piano urbanistico, sul mutamento di destinazione d'uso del primo piano dello stabile, con l'idea di lasciare una sola unità abitativa e trasformando le tre restanti in attività di terziario, oltre a realizzare un corpo aggiuntivo composto da due locali, questi ultimi destinati a «sala riunione e sala specifica per luogo di preghiera e convegni».

Nel frattempo è cambiata l'amministrazione comunale di Fonzaso dopo le elezioni il 25 maggio e alla guida del Comune sono passati il sindaco Ennio Pellizzari e i suoi, che si trovano adesso con la patata bollente in mano e bisognerà vedere che posizione assumeranno.

Essendo stato rigettato il diniego dell'Ufficio tecnico infatti, l'iter dovrebbe ripartire. Il progetto previsto dall’associazione “Un passo verso la speranza” prevede la realizzazione di un centro commerciale comprensivo di supermercato, libreria, un bar e altre attività e il portavoce della fondazione che finanzierebbe l’operazione tempo addietro ha anche annunciato una trentina di posti di lavoro.

Circostanza che non ha smosso più di tanto la contrarietà dei residenti. Sul tavolo c'è infatti una raccolta firme (1274 le sottoscrizioni, delle quali oltre 570 da fuori Comune) per stoppare il centro islamico. Tra i firmatari della petizione contro l’apertura del centro islamico a Fonzaso c’è stato anche il sindaco di Verona e segretario veneto della Lega, Flavio Tosi.

14 Giugno 2014