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Corriere delle Alpi

Profughi, cominciata l’identificazione Spuntano 4 minori

Ieri sono stati accompagnati all’ospedale di Belluno per svolgere esami e radiografie e poi in Prefettura.

Hanno dichiarato di essere minorenni, quattro dei quaranta profughi africani ospiti delle cooperative feltrine Dumia e Energia Sociale. E ieri sono stati accompagnati a Belluno dove si è confrontata la loro dichiarazione con la verifica se la data di nascita riferita rientrasse nei margini di attendibilità. Nella mattinata di ieri i ragazzini, quelli che hanno dichiarato di avere diciassette anni, sono stati sottoposti, su ordine delle autorità competenti, anche a visita medica, consistita in esami ematochimici e radiografia toracica per escludere malattie contagiose, e questa mattina torneranno per l'identificazione in prefettura. Insieme ai più giovani, gli operatori della Dumia accompagneranno anche quattro adulti del gruppo ospitato fra la comunità terapeutica, l'appartamento di Boscariz e quello al condominio al Parco, di cui dispone la cooperativa di via Volturno.

Così, di questo passo, tutti i migranti forzati che hanno trovato accoglienza a Feltre saranno identificati anche con la tracciabilità delle impronte digitali. A quanto si conferma da chi si occupa dell'accoglienza, il gruppo è rimasto compatto e al momento non si sono registrate nemmeno avvisaglie sulla possibile intenzione di tagliare la corda. Trentadue ospiti sono in carico alla Dumia, mentre gli otto restanti, dopo i primi giorni trascorsi al Sole di Napoli, si sono potuti trasferire ad Arten. Qui sono alloggiati in un appartamento messo a disposizione da Energia Sociale, cooperativa di tipo B coordinata da Luca Galimberti, che ha ben avviato un'attività di lavanderia industriale e si occupa di sanificazione e fornitura di biancheria piana per diversi committenti, dai centri servizio alla ricettività.

Luciano Cecchin, presidente della cooperativa Dumia, che non è nuovo a questa esperienza unitamente al collega Galimberti (erano stati coinvolti entrambi nel 2011 per l'accoglienza ai profughi), non manca di sottolineare l'empatia dimostrata dagli operatori della comunità terapeutica e dagli ospiti. «Devo ringraziare chi lavora in struttura e i ragazzi della comunità per come si sono prodigati al fine di non far mancare nulla, anche in termini di calore umano, ai giovani profughi».

27 Marzo 2014 di Laura Milano